La tutela dei whistleblowers
In Europa la Direttiva UE sul Whistleblowing costituisce un passo importante verso la giusta definizione degli standard di tutela dei whistleblowers e in Italia l’ANAC lavora in un’ottica di prevenzione, affinché i meccanismi di denuncia e difesa possano essere conosciuti e accessibili.
Uno degli elementi essenziali per garantire un’adeguata tutela ai segnalatori e incentivare la denuncia delle violazioni è certamente mantenere la confidenzialità dei dati rivelati e la sicurezza delle informazioni.
Chi protegge gli informatori? Com’è tutelato chi denuncia illeciti?
Garantire la sicurezza delle informazioni è possibile solo attraverso l’utilizzo di uno strumento informatico con logiche di crittografia avanzata.
La piattaforma OpenBlow tutela il Segnalante da possibili discriminazioni, garantendo la separazione e la riservatezza dell’identità e del contenuto della segnalazione, durante tutto il processo di lavorazione.
I dati del segnalante vengono messi a disposizione del personale autorizzato (Istruttori) solo ed esclusivamente attraverso un processo informatizzato con logiche di approvazione, senza le quali i dati sono nascosti e inaccessibili. Sono i Custodi di Identità, figure specifiche e tracciate nel sistema, gli unici a poter autorizzare l’accesso ai dati del whistleblower, ma solo nel caso in cui la segnalazione venga ritenuta fondata e sia indispensabile per procedere con l’inoltro alle autorità competenti.
Il livello di riservatezza, tramite l’utilizzo della piattaforma, è sicuramente maggiore rispetto alle altre modalità di trattamento della segnalazione, pertanto ANAC incentiva l’utilizzo esclusivo della piattaforma informatica, abbandonando altri canali (telefono, posta ordinaria, posta elettronica, certificata e non, protocollo generale), non sufficientemente sicuri sotto il profilo della tutela del Segnalante.